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Wave: dove tutto ebbe inizio
Fabiano Pirovano
2014
Digital Art
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Cavalca la tua Wave. Questa immagine è un sogno, un'assenza che produce una presenza creativa. L'acqua è il luogo dove tutto nasce, è la vita silenziosa e trasparente che ci compone e ci muove.
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Sculture d'acqua
Luca Viganò
2014
Fotografie
21cmx 29,7cm
Sono semplici immagini, fotografie.
Ci permettono però di vedere una natura dell'acqua a noi sconosciuta. Bloccando il momento
scopriamo disegni, caratteristiche fisiche e volute che non riusciamo a concepire o immaginare in
altro modo. Acqua come espressione artistica in ogni suo attimo, a noi sta solo riuscire a bloccarlo.
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Ipnogramma
Giulia Spreafico, Marta Pessoni
2012
Retroproiezione
5,02"
Una forma muta in modo lento e continuo. Una materia indefinita, resa ancora più impalpabile dall’uso della proiezione. L'acqua come un liquido amniotico accoglie castelli, architetture, che la tradizione popolare riconduce a velieri, che crescendo prendono forma. Il tentativo di dare forma al pensiero, di dare forma a una speranza o a un atto di fede diviene qui semplice albume, che si muove in una boc-cia d’acqua.
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Secondo tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso
che cade nell'acqua
Mauro Coglio, Simone Brolis
2014
Videodocumentazione
2,34"
E' un secondo tentativo impossibile, di trasformare la forma di propagazione
delle onde nell'acqua attraverso la ripetizione del gesto.
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Reflektion-acqua
Tecalign Gotti
2014
Installazione video
Il lavoro che propongo è un baule contente acqua e latte in polvere , il coperchio è tenuto socchiuso e su di esso , nella parte interna, vi è fissato uno specchio.
Di fronte al baule si trova un proiettore che proietta sul coperchio e di conseguenza riflette all’interno del baule , un video di me che sposto e trascino in modo ossessivo il baule stesso, ma chiuso e lo apro solo al termine del video.
Il video è proposto in forma di loop e replicato per 4 volte.
Il lavoro essenzialmente parla di me e dei miei ricordi, l’acqua è la protagonista; acqua portatrice di memoria, storie e segreti .
Io paragono l’acqua alla mia mente e guardare nel baule è in qualche modo come guardare dentro di me e dentro ai miei ricordi.
L’acqua ha un incredibile capacità di adattamento ma allo stesso modo è una risorsa che ha bisogno di essere contenuta, per evitare di perderne anche solo una goccia.
Latte perché più dell’acqua ,che rappresenta la purezza/limpidezza, parla di innocenza, più che di pensieri , l’innocenza del continuo e forse eterno sforzo di portarsi dietro i ricordi e dargli una collocazione.
Il filmato ha la durata di un paio di minuti e mostra me nudo nella penombra ,perchè spogliato dei miei ricordi, in un eterno ballo con il baule chiuso muovendolo, spingendolo e trascinandolo a destra e a sinistra , avanti e indietro in un continuo maniacale ed ossessivo vortice che non è altro che una rappresentazione della mia mente , e solo alla fine mi rivolgo verso l’osservatore e apro il baule mostrandone il contenuto.
Il baule in legno non è altro che un contenitore dei miei ricordi confusi, è il tentativo di mettere assieme l’acqua(latte) che rappresenta per me la nascita/ rinascita e quindi una visione rivolta al futuro, dall’altra parte il legno del baule è l’icona del passato che contiene e dà vita, dà linfa al mio presente e al mio futuro.
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"Un pesce fuor d'acqua"
Martina Dierico
2014
Video
32"
Un tappeto di rifiuti composti da bottigliette di plastica vuote evoca l'immagine di un piccolo specchio
d'acqua. Il rumore del mare in sottofondo ha l'intenzione di creare una connessione, provocare
delle sensazioni contrastanti; l'immenso suono del mare e il piccolo spazio delle bottigliette. Nel
video l'acqua é composta dalla stessa materia da cui viene inquinata e si percepisce la fatica di
attraversare un territorio sfruttato e maltrattato tanto da averne cambiato la morfologia stessa.
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che scende per terra il suono del vento
Luigi Mosca, Roberto Funetta
2014
Installazione
svincolatore di acqua per produrre altri suoni.
(l'acqua fa giare il mulino che fa suonare delle corde)
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In a search of a miracle
Andrea Natali
2014
Live media performance
2 minuti circa
Il lavoro prevede un parallepipedo riempito con un fluido non newtoniano, posizionato sopra a una cassa Stereo da 4000w. In alto perpendicolaremente alla installazione verrà posizionato un Proiettore in posizione verticale, che proietterà dei nomi. Questi nomi inventati sono le possibili identità delle persone che sono morte in mare, nel tragitto tra l'Africa e l'Italia, nel Mediterraneo ( i dati accertano la dispersione di 1830 migranti). L'idea era quella di mostrare, attraverso il suono del tuono del fulmine e la proiezione dei nomi, lo spezzarsi di una vita in mare, la sparizione dell'identità e allo stesso tempo di una speranza, che non può essere recuperata, perchè ormai dispersa. ( l'effetto del fluido non newtoniano permetterà la cancellazione del nome che verrà proiettato in diretta).
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L'opera dell'acqua
Alessandro Conti
2014
Smalto e vernice spray su parete
5 x 2,5 mt
L'acqua è forte, l'acqua è docile. L'acqua è immensa e si lascia controllare, si lascia guardare, e nella sua trasparenza avviene la sua magia invisibile. L'acqua è bella e buona, sempre uguale e sempre diversa, l'acqua disegna e cancella. La mia opera è un tributo a questo elemento così stupefacente, un voto, semplice ed essenziale. Ho voluto riferirmi al tema della bonifica, rappresentando un'onda di grandi dimensioni, una massa d'acqua più grande di un uomo, a simboleggiare la forza che questo elemento possiede. Questa forma è contenuta entro una figura ben delineata, ad indicare che la forza dell'acqua è, nel processo della bonifica, controllata dall'uomo, regolata, dosata. L'opera si colloca su un muro degradato non a caso, bensì a rafforzare il concetto di bonifica attraverso una metafora visiva: è proprio l'acqua, veicolata dall'intervento dell'uomo, in questo caso dal mio, a dare all'ambiente interessato nuova vita, quest'ultima resa dall'ordine e dalla bellezza dell'intervento. Così come l'intervento di bonifica viene studiato in relazione all'ambiente, la mia opera trae la sua forza dal luogo nella quale è stata realizzata: questo viene valorizzato, rinnovato, rinasce attraverso la spinta dell'acqua. La scritta è didascalica, costituisce un elemento chiave di lettura dell'opera. Si fonde con il flusso, ad indicare che quel che è scritto è proprio della natura dell'elemento, fa parte di una serie di processi benefici che sono possibili soamnete grazie all'acqua.
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Water is over
Andrea Toscano
2013
Fotografia B/N
25,4 x 18,04 cm
L'uomo è composto per il 65% d'acqua, il pianeta Terra per il 70,8%.
L'acqua è un bene il quale in pochi hanno capito appieno l'inestimabile valore; viene sprecata
continuamente e nessuno si cura della sua vita. Si, perché anche l'acqua ha una vita, com'è nata
prima o poi morirà, soprattuto se continuiamo a fare un uso improprio di essa.
“Water is over” (l'acqua è finita), rappresenta una coppa fatta da due mani unite vuote. È uno dei gesti più usati al mondo, unendo le mani si crea un contenitore per poter raccogliere l'acqua e da li bere; non servono bicchieri, tazze o bottiglie, bastano le nostre mani. L'acqua si adatta ad ogni contenitore e quale contenitore è meglio delle nostre sole mani per raccoglierla? Ma in quest'opera l'acqua non c'è, l'acqua è finita, e si salta subito all'occhio che qualcosa in questa fotografia manca, da fastidio il fatto che essa non ci sia. Questo deve farci pensare, tutti dovremmo fermarci un attimo e ragionare su questo problema universale che alla lunga ci si rivolterà contro.
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STAY
Chiara Cotti
2014
Calco in Gesso
10x10x10 cm
Nella tradizione ebraica e cristiana l’acqua simboleggia innanzitutto l’origine della creazione. La lettera men (M) ebraica simboleggia l’acqua sensibile, madre e matrice, fonte di tutte le cose, essa manifesta il trascendente e deve perciò essere considerata una ierofania, una manifestazione del sacro.
Tuttavia, come avviene per ogni simbolo, l’acqua presenta anche un’ambivalenza totale e a tutti i livelli, come del resto avviene per tutti i simboli. È fonte di vita e fonte di morte, creatrice e distruttrice.
(J. Chevalier & A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli, Bur dizionari, 2006.)
Il modello mostra l’erosione, da parte dell’acqua, di una tavoletta di sapone di Aleppo, replicata in gesso grazie ad un precedente calco in gomma.
Lasciata per diversi giorni a contatto con acqua corrente, la tavoletta si è man mano sciolta in essa fino a deteriorarsi all’estremità inferiore.
Il modello riproduce in scala l’azione che compie quotidianamente l’acqua su tutti gli elementi che incontra, in particolare sulle pietre. Esse infatti vengono plasmate e modellate grazie all’azione costante e continua che l’acqua compie su di esse.
Il sapone, le cui dimensioni ricordano quelle di una pietra, è stato scelto perchè, come l’acqua, è simbolo e mezzo di purificazione.
L’acqua assume un duplice significato, quello di
essere sorgente di vita, mezzo di purificazione e
matrice dell’elemento e allo stesso tempo di essere
causa di distruzione, corrosione e livellamento dello
stesso.
Essa crea e distrugge, dà forma e poi cancella le
proprie tracce, definendo così un proprio equilibrio
naturale.
La scultura in gesso unisce due momenti temporali
diversi, l’azione di un tempo passato che si manifesta
in un tempo presente.
Rappresenta la sintesi di un’azione finita, di una
traccia impressa da un elemento che non possiamo
vedere – l’acqua – ma che possiamo solo percepire.
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Gloria
Chiara Foresti
2012
Tecnica mista
60 x 40 cm
Ho pensato ad un'opera attinente alla bonifica intesa come beneficio (ad esempio il beneficio agli occhi di un bel quadro, il beneficio per le orecchie se ascoltiamo buona musica) ciò che crea armonia in un'ambiente o in un animo.
La scelta si è orientata su un' opera:
"Gloria" - opera concettuale- arte ideale
ci sono vari oggetti ammucchiati che occupano tutto un foglio di carta (gramm. 200) Tecnica mista , 60 x 40, 2012
disegnati in maniera fumettistica e dallo stile new pop.
Sulla destra, in alto spuntano foglioline di materiale sintetico.
Questo quadro va posizionato a terra perché le foglioline si devono vedere dall'alto come se si fosse in un prato. Il messaggio parla di ideale di germoglio; da cosa ha tratto beneficio questa piantina sopravvissuta?
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To Karen
Dario Frettoli
2014
Tipologia dell'opera: Installazione audiovisiva
Altezza 2m ca. Larghezza 1m ca.
Karen Carpenter (1950-1983) era la cantante dei The Carpenters e dal 1967 i suoi manager la costrinsero a seguire una dieta ferrea che prevedeva lei bevesse 8 bicchieri d'acqua al giorno oltre ad evitare ogni tipo di cibo grasso. Negli ultimi 7 anni della sua vita Karen Carpenter iniziò a soffrire di anoressia nervosa e arrivò al punto di trasformare gli 8 bicchieri d'acqua nel suo unico sostentamento nelle ultime settimane di vita. L'acqua qui rappresenta quindi l'ultima speranza e l'ultimo residuo di umanità, va intesa quindi come il 70% che è presente nel nostro corpo che però in Karen si era trasformata nella sua totalità di essere vivente.
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POSTCARDS FROM WATER
Elenia Beretta
2014
Immagini su carta
4 cartoline 14,8x21,0 cm
Laghi gemelli 6.900.000 m3 di acqua (volume bacino)
fiume Brembo lunghezza 74km 30 m3/s (portata) nasce dal pizzo del Diavolo di Tenda
Piscina olimpionica Italcementi 250.000 m3
Il volume di acqua presente sulla Terra è stimato in 1.360.000.000 km3
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Degustazioni
Elisa Scorzelli
2014
Installazione; Degustazione di acqua aromatizzata.
Tavolo 60 x 110 cm
Le nove bottiglie contengono acqua di fonte proveniente dalla zona bergamasca, sette delle quali sono state da me aromatizzate con frutti ed erbe al fine di alterarne leggermente il gusto ed il colore. Il giorno della mostra le servirò al pubblico invitando i partecipanti ad assaggiarle. L’opera si concluderà nel momento in cui le acque saranno finite. Tramite quest’operazione vorrei portare all’attenzione dei partecipanti l’importanza dell’acqua quale risorsa preziosa di cui quotidianamente disponiamo, rendendola più intrigante e gradevole sia alla vista che al gusto, nel tentativo di creare un momento conviviale, di interazione e confronto con il pubblico che si troverà a degustare la stessa acqua con leggere diversità che coinvolgeranno differenti percezioni visive, olfattive e gustative.
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"..bolle.."
Federica Giudici
2014
Olio su carta
100x70 cm
" Allora il nero fiume soggiogò
tutte le mie forze.
L'acqua diventò grande e ripide
ed alte le dolci sponde.
Lottai, contorcendomi e sentii le acque in me
le buone, le belle acque nere...respirai di nuovo
forza dorata. La corrente scorreva forte e sempre più forte".
E.Schiele
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Trieste
Giusy la Licata
2012/2013
Libro d'artista ad esemplare unico
14,2x11,4x3,7cm
Trieste è una memoria.
È un libro in cui degli acquerelli e una poesia tentano di far riaffiorare un'immagine perduta.
Il mare – Trieste.
Le pagine (che sono costituite poi dagli acquerelli stessi) sono cucite tra loro, quasi ossessivamente, nel
cercare di tenere insieme il più possibile.
Cosa si riesce a ricordare di quel mare? Quanto si può ricordare?
Una poesia, della polvere d'incenso e la fotocopia di una cartolina raffigurante “La donna slava detta anche il
mare” di Rodin.
35 è il numero degli acquerelli che “disegnano” l'acqua.
Se il libro venisse svolto completamente (le pagine sono rilegate “a fisarmonica”), formerebbe una linea di
blu, grigi e bianchi lunga più di 3 metri.
Invece se ne sta ripiegato nel suo piccolo formato, custodito da un cofanetto.
Una piccola memoria che vuole rimanere tale, senza nessuna pretesa.
La poesia all'interno è la seguente:
Il bianco ha ingoiato
il blu
e ne ha vomitato
schiuma.
Rimasugli sul fondo han
tentato di unirsi.
Hanno formato un fragile velo
che ora galleggia.
Ore trascorse coi piedi
che affondano tra granelli.
Ho immaginato il silenzio
colorarsi di bianco
e perforare due fessure.
Ci ho cucito ali
trasparenti,
così che il vento sarebbe
stato una carezza.
Ho dato loro coperte per
calmare il mare,
quando sarebbe venuto a
chiederne indietro i suoi
spiccioli.
Mi è sembrato sentirgli
dire “Ho posato per giorni”.
È andato via.
Tengo il ritratto appuntato
con un nero spillo.
Ancora un po' tento di averlo.
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Made in Italy
Isabella Fusco
2014
Ardesia, lana cardata, carta
35x35 cm.
“Made in Italy” ci ricorda che il saper fare è alle origini della nostra cultura e che saper “fare bene” acqua deve essere una priorità culturale, prima ancora che idrogeologica.
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Mirage
Linda Alborghetti
2014
Installazione
L'installazione si compone di un gruppo di cartelloni pubblicitari stesi a terra
capovolti. Ambientata in un deposito per riciclaggio di materiali edili, dialoga con
il paesaggio e vive di esso. I cartelloni sono posti fra due cumuli di macerie sui
quali troviamo da un lato una ruspa e dall'altro una pianta che ha preso vita fra i
detriti.
Il lavoro si pone come una proposta tesa al cambiamento di prospettive: l'invito è
quello di provare a guardare qualcosa da punti di vista differenti. I cartelloni una
volta capovolti perdono il loro messaggio "pubblicitario" mostrando la loro storia
attraverso stratificazioni e lacerazioni. Il gruppo di cartelloni si trasforma in uno
specchio d'acqua: il contesto che viene a crearsi è quello di un'oasi artificiale.
L'acqua è un fluido in grado di abitare molti luoghi e trasformarli, ma in questo
caso vive site-specific. L'ambiente fasullo e costruito che si viene a creare esalta
il senso di vuoto e di superficialità ponendo però attenzione ad un elemento
necessario per la vita di tutti i giorni.
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Valle Oscura Perpetual Motion
Marco Chiodi
2014
Installazione di Led Strips in un torrente di montagna.
I luoghi sono importanti. Il punto di convergenza tra due montagne, dove scorre
l’acqua che erode la roccia è un luogo magnetico di energia perpetua.
Una notte, lungo un torrente avviene qualcosa di inaspettato: la cascata si illumina.
L’energia consumata dalla luce è generata dalla forza dell’acqua, creando così un
sistema autosufficiente che produce e consuma energia idroelettrica.
Questa installazione, documentata da due fotografie (sopra e sotto la superficie
dell’acqua), si trova da qualche parte nelle montagne bergamasche.
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Fiume 2
Matteo Corvino
2014
Fotografia
Non specificata
L’opera è stata realizzata presso un luogo in provincia di Bergamo. Fiume di Valbrembo (bg)
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Mappa Continua
Paola Ricchiuti
2014
matita e acquarello su carta da parati
cm 60x180
Partendo dal corso del fiume Po, utilizzando le mappe topografiche dell’IGM, si è ricavato una sorta di “modulo” dall’ansa del fiume tra Piacenza e Cremona. Tale “modulo” è stato ripetuto con diverse combinazioni nel disegno continuo a matita sulla carta da parati, trasformando la mappa in una decorazione. Solo il corso d’acqua è colorato, quasi a rappresentare la vita che l’acqua dona alla terra, resa omogenea proprio dal corso del fiume: l’acqua è la sola via di comunicazione tra isole di terra.
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MA NON RISPONDE IL MIO CAPITANO
Sara Campini
2013
Performance
Il titolo riprende una frase della poesia di Walt Witman intitolato “ O capitano! Mio capitano!
“ Ma non risponde il mio capitano” è un progetto suddiviso in due parti. La prima, messa in atto nell’estate del 2013 consiste in un’azione alla quale hanno partecipato alcune persone, immergendo delle zattera in miniatura (costruite precedentemente da me) in un fiume e la successiva discesa delle sopra citata zattera. La seconda parte, in cui il simulacro ha un ruolo fondamentale, consiste in una performance che si svolge all’interno di un’installazione multimediale composta da una serie di oggetti, una proiezione ed un intervento sonoro. Della prima parte del mio lavoro è rimasta solo la testimonianza registrata di immagini e suoni. Tale testimonianza verrà presentata all’interno dell’installazione sotto forma di proiezione video e traccia sonora. Il concetto che sta alla base di questa prima parte del lavoro è evidenziare le dinamiche che entrano in gioco durante la discesa sul fiume, un misto fra casi e specifiche equazioni che si mescolano per tradursi poi in percorso fatto di circostanze fortuite e determinante razionale. La performance si presenta così: all’interno di una stanza buia viene proiettato il video che documenta l’azione nel momento in cui le persone con cui ho collaborato mettono nel fiume le zattere in minitura. La traccia audio è composta da un frammento della canzone che mi ha ispirato ripetuto ed un montaggio di voci che ripetono alcune delle cose dette durante l’azione. Il pavimento della stanza è quasi completamente ricoperto da una serie di riproduzioni in gesso delle zatterine, sulle quali io camminerò. Ed è qui che entra in gioco il simulacro, poiché quelle zattere su cui io andrò a compiere un cammino altro non sono se non la sostituzione delle zattere originali di cui si è persa ormai traccia ma che ho voluto produrre e sostituire, ecco dunque che io creo il mio simulacro malinconico, le zattere vogliono sopperire ad una mancanza, sono state create a questo scopo e chiamate a sostituire qualcosa che è impossibile recuperare e impensabile ricostruire, poiché anche se venissero ricostruite con la stessa tecnica e materiale non sarebbero comunque le stesse ma solo un rimpiazzo. Io stessa mi presento come un simulacro di quelle zattere, sono copia di un modello non presente, parvenza di un immagine ormai lontana. Le zattere di gesso si rompono al mio passaggio, creando difficoltà ed ostacolando il mio incedere, le stesse difficoltà ed ostacoli che hanno incontrato i miei originali nel loro percorso in acqua. Ma quelle stesse zattere che simulano e sono simulacro, al contrario degli originali, una volta messe in acqua non galleggerebbero ma affonderebbero e si scioglierebbero. Ecco perché rimarranno senza soluzione di continuità dei simulacri inerti con il solo scopo si simulare il loro originale, che non potranno sostituire completamente.
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Senza Titolo
Valentina Gamba
2011
Fotografia digitale
due immgini da 42cm x 29,7cm
"Il mio lavoro consiste in fotografie di alcune fontanelle/sculture create dall'artista iraniano Golba sul tema dell'affettività e dell'amore, penso che il lavoro acquisti un'altro significato con la messa in gioco dell'acqua: volti assimilabili a maschere dal sapore africano rivolgono la bocca verso il liquido, assetate, ed è unicamente il vento a decidere se verranno soddisfatte. "
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Degrado
Stefania Carissimi
2013
Stampa fotografica su carta opaca
45x30cm
Il marmo e tutte le rocce calcaree sono poco resistenti alle aggressioni chimiche, in particolare agli acidi. Quando sono esposte alle intemperie, un rilevante fattore di degrado è rappresentato dalle piogge.
La pioggia è sempre leggermente acida, a causa dei gas presenti nell'atmosfera. Solitamente la degradazione procede lentamente, con tempi dell'ordine dei secoli ma, oggi, l'inquinamento produce acidi molto più forti. La degradazione allora può essere in parte veloce, secondo il grado d’inquinamento.
Acqua sporca quindi. Mai pura, acqua che non porta benessere, che danneggia, segna, trasforma. Acqua da cui proteggersi.
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Acqua purificatrice I II III
Simone Rutigliano
2014
Fotografie
tre immagini da 42x29,7 cm
Mi ha sempre colpito l'idea di acqua come elemento primario della vita, come elemento simbolico di purificazione, come elemento nel quale il corpo trova un particolare benessere per la piacevole sensazione di avvolgimento e sospensione che esso conferisce.
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Uomo Vs Natura
Simone Marchi
2014
Composizione di fotografie
100x40 cm
Il lavoro parte dall’idea di come l’acqua possegga e appartenga la struttura in cui vive, ed
esplora il mondo dell’acqua a confronto con l’artificiale.
L’artificiale si modifica da quello naturale, inserendovi un oggetto o costruendoci una
struttura limitante per l’acqua in tutto il suo essere. Gli oggetti inseriti in un paesaggio
naturale sono interventi umani che portano a creare un equilibrio differente in contrasto
con quello naturale, e che diventano contenitori essi stessi dell’acqua, dandogli una forma
e vita diversa. L’acqua riempie in maniera naturale l’oggetto, scorre, e prende il colore
della terra in cui essa dimora, ma a contatto con un oggetto artificiale l’energia dell’acqua
si modifica e crea contrasto con la natura circostante.
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Fiumi
Raffaele Morabito
2014
Installazione
Ambientali
I ‘Fiumi’ sono un’opera di Ungaretti in cui, attraverso la rassegna dei quattro fiumi Isonzo, Serchio, Nilo e Senna, l’autore narra la sua vita e le fasi di essa.
Nel mio lavoro, all’interno di 4 fialette di vetro, ho raccolto l’acqua dalle fonti (naturali e non) che mi hanno accompagnato durante la vita: l’acqua della sorgente della casa in montagna, l’acqua piovana del cielo sopra casa mia, l’acqua del pozzo della casa della nonna, l’acqua del torrente che scorre lungo la via in cui abito.
Ho fotografato tali luoghi e, sulle copie su carta in A4, accanto a stralci di ‘Fiumi’, ho posizionato le provette, come a creare un legame per aiutare a visualizzare l’origine dei campioni d’acqua. Se si guarda però attraverso esse , l’immagine che si ottiene è diversa: è alterata, distorta e ingrandita.
E’ un lavoro che punta a mostrare gli aspetti più incredibili di questo elemento potenziale e a coinvolgere lo spettatore a guardare più a fondo, ad entrare nell’acqua, “luogo da abitare”, che si adatta ad ogni forma, ad ogni luogo, ad ogni ambiente.